giovedì 22 ottobre 2015

Banco del Mutuo Soccorso - La città sottile / Italo calvino - Il barone rampante (di Paolo Gastaldo)


Dalla prima volta che ho sentito questa canzone, La città sottile, l'ho subito associata alle vicende del barone decaduto, protagonista del romanzo di Italo Calvino, IL Barone Rampante.

É una sensibilità tutta mia ovviamente, forse perchè trovo molto simili i personaggi di queste due opere :

il barone appunto, e quell'uomo nudo che, fra le righe della canzone, si arrampica da una trave all'altra, come se ormai non ci fosse più nessun sentimento che lo lega alla "terra", se non la voglia di incontrarla per l'ultima volta.

Ma alla fine, chi sono i pazzi , coloro che si arrampicano, oppure coloro che li obbligano ad arrampicarsi ?

VIDEO


(musica: G. Nocenzi / testo: F. Di Giacomo, V. Nocenzi)
Tu chi sei, città non città
che vivi appesa in giù alle tue corde d'aria ferma.
Travi, tubi senza dimensioni,
freddi quarzi invecchiati.
I tuoi mille ascensori di carta velina
che vanno su e giù senza posa,
nessuno che scende, nessuno mai sale.

Sottile non città che reggi tutto su niente :
ogni retta poggia su se stessa,
ogni curva su se stessa,
assurdi equilibri spostati.
Luci opache le tue rare stelle,
il tuo sole è spirato.


Che altro ti resta se non l'uomo nudo
che io vedo ogni giorno
quel pazzo padrone,
poeta o predone che vive sull'ultima trave.
Si frega le mani poi ride, o non ride...
saltella leggero
dal trave a una curva
ma oggi l'ho visto tuffarsi nel vuoto
così d'improvviso
però non so dire
se urlasse o ridesse.


Qui il vento non soffia i rumori ma c'è il silenzio
che sa scrivere nell'aria ferma.
Sottile non città fra i tuoi perenni grigi sola.

Nessun commento:

Posta un commento